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Metafile di: Push e pop
data 2000-11-30
autore Gianfranco Novo
titolo Push e pop
genere Realtà
contatore 727
Push e pop
Cos'è push?

E' una parola magica che permette di passare dal mondo reale al mondo della fantasia, cioè al mondo 'reale'.

Qual è il mondo reale (senza virgolette)? E' il mondo che sta prima di push e che viene dopo pop, quindi pop permette di tornare al mondo reale.

Noi facciamo push ogni volta che entriamo nel mondo della fantasia, qualche volta ne siamo consapevoli e qualche volta no, ma è talmente ovvio che nessuno si preoccupa di dirlo.

Oggi ho voluto dichiararlo esplicitamente per una ragione che risulterà chiara (lo spero) in seguito.

Avete notato il mondo 'reale' (cioè della fantasia) è senza oggetti? No, mi sono sbagliato, qualche oggetto c'è, ma casuale, non dichiarato, immagine evanescente.

Oggi ho deciso di crearne uno 'vero', un oggetto importante: una 'casa'. Si tratta di una casa comune, nella quale tutti potete entrare, basta dire push due volte, ma il primo può essere omesso (basta che si capisca).

Appena ho scritto 'casa', mi sono ricordato che nella realtà [quella prima del primo push] esiste una casa di questo tipo, viene chiamata 'casa del Grande Fratello', ebbene, posso garantire che, l'idea mi è venuta prima della similitudine (ma con l'inconscio non si può mai dire).

Attenzione ora dirò nuovamente push (prima di pop) ed entrerò in una nuova 'realtà', e per distinguerla da questa, chiamerò “realtà“.

Push.
Siamo in terrazza, un'ampia terrazza dotata di sedie a sdraio, molto comode, tutti siamo seduti, anzi sdraiati, protetti da una calda coperta.
La terrazza è disposta ad est e dall'altura sulla quale è costruita la casa, possiamo vedere la pianura farsi sempre più scura, all'approssimarsi della sera.

Uno dice: - Il sole sta scendendo, fra poco vedremo accendersi le prime luci -
Due ribatte: - Quale sole, io non vedo nessun sole -


Uno lo guarda stupito: - Non lo vedi perché è alle nostre spalle, dietro alla collina, ma chi credi che illumini le case della pianura, se non il sole? -
Due: - Tu e quell'altro là (si volge verso Tre), che ora, per fortuna, sta zitto, avete sempre bisogno di oggettivare le cose: io vedo luce, non il sole -

Ora Uno è stizzito: - Ma vieni una buona volta! Vieni con me in cima alla collina e potrai ammirare il sole in tutto il suo splendore! -
Ma Due non molla: - Tu dici di guardare il sole e, poiché sei accecato, deduci che il sole esiste, ma proprio perché sei accecato non ti si può credere: cosa vede un cieco? -

- La smettete voi due!!? Io ho fame, chi prepara la cena oggi!!? - è Quattro che parla, lo riconosco dal tono della sua voce, è vicino a Cinque che, per il momento, rimane in silenzio.
- Anch'io ho fame, ma temo che questa sera la cena non sarà preparata: - Tre, il più bravo in cucina, è arrabbiato e guarda in cagnesco Sei che si è sistemato dall'altra parte della terrazza e sta leggendo un libro.

Sette si è messo vicino a Tre forse lo convincerà a preparare la cena, infatti questi si alza ed entra in casa, non posso fare a meno di ammirare, perdonate l'immodestia, l'ampia vetrata che separa il soggiorno dalla terrazza.
Il soggiorno è grandissimo (in questa “realtà“ costruire non costa niente): il lato lungo, disposto verso di noi, permette di vedere, a sinistra, nella semioscurità, il divano circolare interrotto solo per un quarto di cerchio e la lunga tavola illuminata (Tre ha acceso la luce centrale) che aspetta soltanto qualcuno disposto a mettere la tovaglia e le posate.

Push (accidenti un altro push!).

Siamo tutti a tavola, il buon cibo e l'ottimo vino ci ha resi allegri: Tre è proprio un bravo cuoco, ma i vini non sono da meno. Ciascuno ne ha portato una bottiglia, io il prosecco di Valdobbiadene, ma vedo altre bottiglie di cui non riesco a leggere l'etichetta.

Sei guarda sorridente Tre, che risponde con un sorriso: in questa '“realtà“' hanno fatto pace.

Alcuni, più svelti a mangiare, sono andati a sedersi sul divano e, attendendo il caffè, già parlano di Dio, Uno sostiene che c'è ed è Otto (cioè io), la risata di Due mi scuote.

Pop.
Era solo un sogno: sono seduto sullo sdraio, guardo la pianura, sono triste, e la tristezza è accentuata dal silenzio degli altri (ombre di parole) e dal crepuscolo (senza sole), la “realtà“ non mi soddisfa più.

Pop.
Siete invitati tutti nella nostra 'casa', ciascuno di voi con le proprie parole.

Parole che vi definiscono e che definiscono la 'realtà'.

Saluti da '“Otto“', “Otto“, 'Otto'.

Pop.

Saluti da Gianfranco Novo (Padova 30-11-2000)



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